Plagio
Pittore
Desenzano del Garda, Italy
Biografia
Sono nata e cresciuta a Milano, a Milano ho frequentato anche il Liceo Artistico e, successivamente, la Facoltà di Architettura.
Ho dedicato molta della mia attenzione ed energia alla professione di architetto e per questo motivo che il desiderio e il bisogno di dipingere, è stato a lungo tempo confinato, di fatto trascurato, anche se, la necessità di rivolgersi all’espressione artistica come rifugio, cura e sfogo, è sempre ricomparsa durante i periodi più difficili ed impegnativi.
La necessità di dedicare il mio impegno e attenzione all’espressione artistica è ora impellente e prioritaria. È così che negli anni costruire il mio personale linguaggio sono stati obiettivo di primaria importanza.
Amo il colore è stato a lungo elemento caratterizzante nella mia attività artistica, non lo ritengo indispensabile, ma mi sono resa conto che lo cerco e mi affascina sempre. Sperimento molto in tecniche, medium, materiali e supporti;
Mi esprimo prevalentemente attraverso un gesto e segno astratto anche se, soprattutto all’inizio del mio percorso, mi sono dedicata allo studio del volto, non necessariamente al ritratto. In questo caso, lo spunto avviene da fotografie di familiari, a volte anche di sconosciuti, che preferisco, probabilmente perché mi consentono più libertà, posso “stravolgerne” le fattezze per abbandonare la somiglianza a favore di una interpretazione più personale.
È nel 2016 che inizio ad interessarmi di curatela, soprattutto per aiutarmi nella corretta comunicazione del progetto artistico che porto avanti.
Dal 2018 ho coinvolto in questa esperienza anche altri artisti, ho avuto la possibilità di curarne i progetti espositivi costruendo il progetto “una Torre per l’Arte” a Castellaro Lagusello, grazie agli incarichi di affidamento di questo luogo.
XENO al civico 29 in Brescia è un’altro progetto a cui tengo molto, un cortile in una casa storica con alloggi popolari, un progetto sperimentale e sfidante, sicuramente impegnativo e per questo ora in “pausa”, ma non abbandonato.
Ogni atto artistico nasce da uno stimolo, un evento reale o emotivo che spinge all’azione del gesto, la reazione attraverso il colore versato sulla tela o la terra cruda da modellare tra le mani.
Immersa nell’azione cerco la concentrazione necessaria alla riflessione, una riflessione che si rivolge all’analisi dei sentimenti provati di fronte agli stimoli, delle paure, che gli stessi provocano, da affrontare e delle debolezze da accettare e superare. È questo un esercizio di introspezione aiutato dal gesto ripetuto, dal tempo e pazienza dedicati al riempimento di ampie campiture di tratteggio e pattern circolari.
Attraverso il gesto pittorico, l’atto artistico cura, lenisce e risolve le emozioni. Cerca e propone soluzioni.
Ogni opera è come una storia, il racconto di un percorso di crescita. Eventi anche forti e problematiche importanti che mi riguardano, che riguardano anche tutti noi, passano attraverso l’analisi e l’elaborazione dell’atto artistico. È attraverso questo percorso che affronto, analizzo e cerco una risposta agli eventi che il vivere contemporaneo ci propone.
Credo fortemente che l’espressione artistica sia un linguaggio, forse più criptico e subliminale rispetto ad altre forme di interazione, ma è un livello di comunicazione sicuramente più profondo, che si rivolge alle più inesplorate capacità della mente di collegarsi con l’anima e trovare la validità dei messaggi. È il motivo per cui mi esprimo in modo astratto.
Non voglio che la figurazione fermi la ricerca alla lettura superficiale, accontentandosi di leggere il significato delle singole parole (figure) del racconto, vorrei portare lo spettatore alla profondità del significato, quella più intima e personale.
In un momento di profondo analfabetismo funzionale cerco di spingere, oltre all’immagine, verso la comprensione dei contenuti.