Luciano Stuttgard è un artista genovese il cui percorso pittorico si sviluppa dalla ricerca di una nuova identità artistica, lontana da una forma rigida e puntuale di rappresentazione del reale.
Dopo anni di sperimentazione, ha deciso di abbandonare il realismo per dedicarsi a una pittura più intima e personale, libera da vincoli formali. Le sue opere, pur mantenendo un legame profondo con la luce e la cromaticità, si esprimono attraverso il gesto deciso e immediato, lasciandosi influenzare dall’imprevedibilità del caso. Con questo approccio, Luciano crea immagini in grado di suscitare emozione, stupore e sorpresa, trasmettendo una bellezza e armonia che riflettono il suo sentire più profondo.
Artàporter ha voluto intervistare l’artista per conoscere più da vicino il suo percorso e il suo approccio all’arte. Ecco cosa ci ha raccontato.
Cosa rappresenta l’arte per te?
Nasce dal desiderio di liberarmi da tutto ciò che è stato formale nel mio concepire l’arte come mezzo per ricercare e riprendere il veduto nelle sue fattezze così com’era. Liberare il gesto e la composizione cromatica partendo da un impulso istintivo anche estetico è diventata una necessità per trovare una forma espressiva svincolata da logiche precostituite. Le mie opere nascono in partenza da una volontà di creare uno scenario immaginario anche se non premeditato in modo rigoroso sul momento , ma sviluppato man mano anche dal caso , dove ogni gesto ed ogni variazione casuale e causale ,nutrendosi di se stesso, genera successive gestualità e stesure tonali sovrapposte in piena fluidità , che connettendosi con la mia sensibilità artistica alimentano la vena creativa dando origine a composizioni bilanciate e comunicative
Come e quando ti sei avvicinata all’arte?
Nasco in giovane età come artista in grado di riprodurre note copie d’autore e sin da subito sviluppo le capacità di copiare grandi maestri del passato focalizzandomi sulla tecnica ad olio , privilegiando artisti fauves, cubisti ed impressionisti dell’epoca parigina del primo 900. Nel tempo sostituirò l’olio con l’acrilico a seguito di una esigenza essiccativa più rapida . Saranno le tonalità fauve a campitura cromatica uniforme a caratterizzare le mie opere da quel momento in poi, abbandonando così il dipingere puntiglioso e rigoroso del veduto che si era sviluppato successivamente, ricercato ad esempio in un bello scatto fotografico poi riprodotto, piuttosto di un veduto paesaggista en plein air, per ricercare una forma espressiva meno formale, più destrutturata che mi costringesse ad attraversare nuove scelte stilistiche! Il colore ed il gesto resteranno ad oggi lo strumento imprescindibile della mia produzione astratta. Oggi creo una pittura informale in un accattivante linguaggio visivo basato su una tecnica molto dinamica utilizzando strumenti informali e variegati. Le mie opere sono realizzate in strati sovrapposti di colore fluido, dove accompagno il caso sviluppando costantemente nuove composizioni , enfasi piatte e spaziali in un linguaggio visivo astratto, inimitabilmente potente che affascina colui che osserva. Con questo colore e queste immagini durante il processo creativo sulla tela permetto molto, resto aperto a gesti pittorici istintivi dall’inizio alla fine che spontaneamente mi permettono di sviluppare nuove idee. Le mie opere, anche di più ampia misura, portano gli spettatori dove la mia immaginazione vuole portarli, passioni dipinte padroneggiano gli estremi tra realtà e sogno, tra tangibile e metafisico, regalando emozioni e un fascino estetico intuitivo.
Il mio dipingere attuale nasce, si consolida ed evolve, dal desiderio di svincolarmi da una forma artistica espressiva puntuale e rigorosa nel riprendere il veduto così com’era, sperimentata in anni precedenti, spingendomi sempre più alla ricerca di una nuova identità artistica più intima e personale, svincolata da ogni criterio formale, che, se pur ancora ancorata alle logiche cromatiche della luce, viene ora anche esaltata dal gesto artistico lasciandomi andare alla imprevedibilità del caso, quale espressione di comunicazione del mio proprio sentire, del più intimo vedere, per suscitare stupore, emozione e anche sorpresa, donando negli intenti, immaginari estetici e cromatici di sola bellezza ed armonia! 50 anni di arte!
Quali emozioni speri di suscitare negli osservatori delle tue opere?
C’è un messaggio particolare che cerchi di comunicare attraverso le tue opere ?
In definitiva cerco di comunicare lo stesso approccio personale che ho quando realizzo una mia opera ! Liberarsi dagli stereotipi di una società alienante che trasforma e uniforma tutti ad una stessa visione della realtà, in cui vieni privato della risorsa fondamentale che è attingere alla propria sorgente inesauribile interiore che è una coscienza di pura energia creativa e di amore!
Qual è il ruolo della imperfezione nella tua arte?
L’imperfezione nella mia arte è parte integrante del mio sviluppo creativo, spesso fonte di nuove intuizioni. Generalmente lascio al mio gusto estetico una valutazione finale, che nonostante percorsi tortuosi in fase di elaborazione che mi farebbero a volte distruggere il lavoro, in realtà contribuisce invece a portarlo a termine con successo a volte in modo inaspettato! È sorprendente, come nella musica, che solo il tempo riesca a farmi e a fare apprezzare un lavoro piuttosto di un altro!
Luciano ha preso parte con grande entusiasmo alla Call for Artists Fluid Expressions di Artàporter, in collaborazione con Liquitex, ed è stat0 selezionat0 tra i 20 artisti che hanno avuto l’opportunità di realizzare tre opere 20×20 cm utilizzando i materiali forniti dal brand.
Le opere di Luciano Stuttgard sono attualmente esposte in occasione del suo primo match con Artàporter presso il Ristorante Silos, e sono disponibili per l’acquisto sia presso il locale che sul portale di Artàporter: scoprile tutte qui!