Mi piace lo studio dei grandi maestri. Mi piace il segno pittorico e la materia. Mi piace ritrarre le persone. È raccolta così, senza ulteriore e definita progettualità, una serie di volti, sguardi, espressioni ritagliata dalle esperienze incontrate ogni giorno. Fissare sulla tela queste impressioni, oggettivandole e impoverendole nella banalità di una sovrapposizione di colori, è un modo forse ingenuo, ma alquanto efficace per fermarsi e riflettere sull’accadere continuo di sguardi che si incrociano, trapassano e ignorano nelle nostre vite. Queste serie di quadri mi hanno permesso, nel realizzarle e riosservarle, di fermarmi, di aspettare, di pensare, di guardare. Questi, dunque, alcuni ritratti, frutti inattesi di un lavoro indispensabile, inutile, prezioso. È poco, è molto, non lo so, di certo è mio.

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