Nato nel 1995, Ali Atakay vive e lavora come arista collagista, traduttore e ricercatore a Parigi. Ispirato dal surrealismo e dalla cultura pop, Ali Atakay intreccia parola e immagine in una sintassi visiva inedita, dove il testo non si limita a raccontare, ma si incarna nella composizione stessa. Attraverso le sue opere, il quotidiano si disgrega e si ricompone in frammenti poetici, in stratificazioni di segni e ritagli che sfidano la linearità del linguaggio.

Adotta un approccio polisemico in cui ogni collage è una sovrapposizione interattiva tra testo e immagine. Le parole non sono semplici annotazioni o spiegazioni; sono integrate come elementi visivi, giocando con le forme e talvolta con i colori per creare un dialogo dinamico con i frammenti d’immagine. Frasi spezzate si intrecciano alle texture visive, dando vita a opere in cui il confine tra lettura e contemplazione viene sovvertito.

Il suo processo artistico si nutre del rapporto con il mondo percepito, dell’agency e delle identità multiple. Mescolando estratti di giornali, citazioni letterarie e frammenti di corrispondenza, dà forma a un mosaico di significati, in cui parole e immagini si rispondono, si contraddicono e si completano. Ogni opera diventa un dispositivo di lettura instabile, un territorio in cui lo sguardo si perde e si ricompone, in cui il testo si dissolve in texture e l’immagine si fa parola non detta.
Invita il pubblico a una lettura plurale, dove il testo può diventare una texture, la quotidianità si trasforma in una costellazione di segni erranti, tracciando nuove possibilità di narrazione, di appartenenza, di percezione.