Call of Beauty
Tecnica: 3D
Anno: 2020
Dimensione: 50x50cm
Descrizione: Questa è una tappa di un percorso tortuoso fisico e mentale. Un percorso che si sta evolvendo con me, un mio siamese vegetale,
inespressivo a parole che si alimenta del mio sapere, un parassita attivo.
Il mondo dell’arte mi ha portato ad un parziale, al momento, distacco dal museale, l’artistico dibattito, la filosofia, il mal interpretato.
Mi rendo conto di star abbandonando gradualmente i Viola, Campus, Brackhage e.. per un POP tecnicamente discutibile, concettualmente discutibile,
simbolicamente discutibile, perché, per ora, non sono più interessato alla discussione.
Non posso corrompere le mie energie, parlando di sopraffini tecniche digitali, di arzigogolati concetti degni del più dotato pavone nel pollaio,
del richiamo di simbolismi arcaici, attinti da simboliarcaici.io
Le mie immagini POP, banali, colorate, finte, fintissime, collegano un’immagine: di elementare interpretazione, subito riconoscibile, c
he abusa sessualmente delle leggi sul copyright, ad un PUN: un gioco di parole anch’esso elementare.
Tale processo crea, inconsciamente, collegamenti sinaptici tra l’emisfero destro (che elaborerà l’immagine’ è l’emisfero sinistro
(che elaborerà il gioco di parole), lasciando quasi matematicamente un impronta cerebrale, fisica. Un tarlo.
Sbooby, Trainspoppins, Kamasushi, Starbugs. Sono tarli che anche io faccio fatica a levarmi dalla testa per pronunciare il nome originale
correttamente.
A livello conscio, immediato, impulsivo, non mi percepirai come arte, come segnante, come ‘mi hai sbloccato qualcosa dentro.
Ma ti sto anatomicamente e neutralmente sbloccando qualcosa dentro, solo che arrivo dopo
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