Dabò

Pittore
Ivrea, Italy
Biografia

Daniela Borla, in arte Dabò, pittrice, scrittrice e scultrice, vive e lavora ad Ivrea, dove gestisce, con il compagno Luca, l’atelier ArtDabò, situato in pieno centro storico (Via Arduino, 37).
Laureata in pedagogia, ha insegnato per molti anni e svolto l’attività di psicopedagogista tra i due gradi di scuola: infanzia e primaria. Da sempre, coltiva la passione per la pittura e per la scrittura. Ha fatto parte di diverse associazioni artistiche. Come pittrice, le sue opere sono state esposte in Italia e all’estero. Ha partecipato a molte mostre collettive e personali. 

Dabò, ha dedicato gran parte della sua attività pittorica all’arte informale, prediligendo dipingere l’opera dell’Uomo. Città, metropoli, cantieri, porti, periferie urbane, edifici fatiscenti, quartieri e tanto altro ancora, rappresentano la parte sostanziale della pittura concettuale-informale di Dabò. Un primo momento di osservazione dell’oggetto, precede sempre una riflessione profonda di come gli spazi, le linee, i colori, possano fondersi in maniera sia armonica ma anche audace nell’insieme dell’opera la quale, diventa, pur mantenendo le caratteristiche fondamentali del soggetto, prende in se una vita completamente propria. Sono principalmente l’uso dei colori e delle linee frazionate a creare un certa “incompletezza dell’opera”, perché il lavoro non può mai avere fine. Sarà il passare del tempo, piuttosto che gli agenti atmosferici, i vandalismi iole ristrutturazioni o qualsivoglia altro motivo a modificarne sempre la realizzazione iniziale. Saranno le ombre e le luci del susseguirsi delle ore, o il punto di osservazione di chi guarda a modificarne la realtà. Per questo motivo, Dabò, lascia libera interpretazione al fruitore. Difficile che l’artista dipinga l’opera di Qualcuno il quale in sette giorni, senza l’aiuto di alcuno, sia riuscito a Creare il Creato. Ben più tempo è occorso a tante persone per costruire un solo edificio. Nelle città di Dabò, difficilmente troverete l’Uomo, inteso come essere umano. Ma se vi accosterete con una certa sensibilità, ne percepirete l’Essenza. Nei cantieri, nelle piazze vuote delle periferie, nei quartieri, nelle fabbriche. Sono gli odori, la fatica, il sudore, i problemi quotidiani, la stanchezza ciò che l’autrice cerca con ogni mezzo di trasmettere. Spesso le prospettive sono impossibili, i colori non corrispondono alla realtà. Linee spezzate che si intersecano per creare spazi inusuali. Nelle sue case, soprattutto in quelle presenti in vecchi quartieri, esiste quella che Dabò definisce “l’anima della casa”. Sono i pianti, le risate, sono gli odori di medicinali, di cibo; sono i dolori di violenza o di malattie, sono canti, sono racconti. C’è la vita e c’è la morte. Tutto lascia il segno del proprio passaggio.