Monica Carrera (1979) ama definire il suo linguaggio “concettualismo sentimentale”, che del concettuale mantiene il rigore, la serialità, la modularità ma con finalità narrativa o di indagine dell’umano. A tale scopo lavora spesso con la fotografia realizzando collage, accostando, cucendo o tagliando immagini fotografiche. A seconda della necessità espressiva, affianca all’immagine fotografica oggetti o trasforma i suoi scatti in installazioni ambientate vere e proprie. L’obiettivo è quello di forzare il limite dell’immagine fotografica, esplorando quello che essa può continuare a trasmettere uscendo da confini e usi abituali, ibridandosi anche con altri linguaggi. Pur essendo la fotografia il medium privilegiato, si esprime anche attraverso altri linguaggi come l’installazione, la scultura o il video. Accanto a mostre personali e collettive, ha sviluppato il progetto di residenza Case Sparse  in Val Camonica (2012-2018) ed è tra i fondatori di Carme, centro culturale attivo a Brescia dal 2018.