Alberto Filosi, in arte Filoart,è un artista che incarna una sinergia unica tra ingegneria e creatività.
Con una formazione come ingegnere e una carriera come modellatore 3D, ha sempre nutrito una profonda passione per il disegno, ereditata da un padre architetto e da un nonno operaio, che catturava la bellezza degli edifici classici con la china.
Dal 2010, Filoart si è dedicato alla fotografia come autodidatta, esplorando le arti visive e affinando il proprio stile.
Dal 2019, grazie alla Novel Academy di Torino, ha iniziato a esprimere la propria arte attraverso un realismo che lui stesso definisce “incompiuto”.
Le sue prime opere sono state realizzate con matita e carboncino, per poi evolvere con l’introduzione di Art Graf, acquerelli e, infine, pittura ad olio. Recentemente, ha sviluppato la serie di quadri “Happy – Unhappy”, che esplora il conflitto tra la volontà di preservare l’effimero a tutti i costi e la bellezza del godere dell’attimo fuggente.
Artàporter ha voluto conoscere meglio l’artista ponendogli alcune domande.
Cosa rappresenta l’arte per te?
Attualmente, quando dipingo, vivo l’arte in uno spazio e tempo circoscritto, immerso in una bolla isolata e svincolata da strumenti e supporti digitali. Lì mi sento libero di esprimermi seguendo l’ispirazione. Da spettatore assegno all’arte il ruolo salvifico di perpetrare nel tempo la bellezza.
Come e quando ti sei avvicinato all’arte?
Sin da piccolo mi esprimevo con naturalezza nel disegno e sono sempre stato affascinato dalle arti visive anche come spettatore. Come artista ho iniziato a fotografare nel 2011 ispirato da colleghi creativi e poi dal 2019 a disegnare e dipingere con un percorso formativo, dalle basi del disegno alla pittura ad olio, alla Novel Academy di Torino.
I riferimenti artistici e culturali che ti hanno maggiormente influenzato nel corso del tempo?
Più recentemente, al termine di un lungo viaggio in bici sono capitato per caso nella casa museo di Salvador Dalì a Cadaqués e rimasi esterrefatto di come si prendesse gioco del pubblico nelle sue performance. Il surrealismo, ed in generale le opere che giocano coi doppi sensi ed i significati nascosti, mi hanno sempre affascinato.
Quali emozioni speri di suscitare negli osservatori delle tue opere?
C’è un messaggio particolare che cerchi di comunicare attraverso le tue opere?
Con la serie Happy – Unhappy punto a far riflettere sul concetto di conservazione dell’effimero a tutti i costi, contrapposto al godimento dell’attimo fuggente.
Al tentativo, vano e pertanto infelice… UNHAPPY, di prolungare il piacere del gusto e dell’olfatto intrappolando sottovuoto alimenti che andrebbero assaporati freschi, si oppone la gioiosa esplosione di sapori pronti a soddisfare felicemente i palati… HAPPY!
Qual è il ruolo dell’imperfezione nella tua arte?
Sono abbastanza perfezionista ma lasciare volutamente delle sbavature e zone meno dettagliate su un’opera, oltre a rimarcarne l’autenticità, credo possa servire allo spettatore per fantasticare su un suo finale unico e personale del processo creativo.
Le opere di Filoart saranno esposte nella mostra collettiva che si terrà dal 28 ottobre al 3 novembre presso il Con/Temporary Spaces Santa Teresa, in occasione di Diffusissima x Torino Art Week 2024.
Il pubblico potrà ammirarle dal vivo durante il vernissage del 28 ottobre, alle ore 17:30.
Le opere sono inoltre disponibili per l’acquisto online qui. Scoprile tutte!