Artàporter
  • La gabbia

    653,00 
    Frezio Tecnica: Acrilico, Smalto Anno: 2022 Descrizione: Un coperchio di ipocrisia e retorica soffoca le nostre opinioni.
  • La Fleur

    437,00 
    Cristiana Giacchetti   Anno: 2023 Tecnica: Acrilico su legno Dimensioni: 20 x 20 cm Descrizione: Il Fiore che nasce dall’Anima è di conturbante bellezza, perché esso ha radici profonde nel nostro spirito tinto del blu dell’immaginazione.
  • La Fertilità

    683,00 
    Rodika ioniak   Tecnica: Mista Anno: 2023 Dimensione: 100x80cm Descrizione: Come descrizione vorrei usare le parole di una poesia di Angelo De Pascalis “Sei bella” Sei bella 
E non per quel filo di trucco. 
Sei bella per quanta vita ti è passata addosso,
per i sogni che hai dentro
e che non conosco. Bella per tutte le volte che toccava a te,
ma avanti il prossimo. 
Per le parole spese invano
e per quelle cercate lontano. 
Per ogni lacrima scesa
e per quelle nascoste di notte
al chiaro di luna complice. Per il sorriso che provi,
le attenzioni che non trovi,
per le emozioni che senti
e la speranza che inventi. Sei bella semplicemente,
come un fiore raccolto in fretta,
come un dono inaspettato,
come uno sguardo rubato
o un abbraccio sentito. Sei bella
e non importa che il mondo sappia,
sei bella davvero,
ma solo per chi ti sa guardare.  
  • Nadia Larosa Tecnica: Acrilici e pastelli a olio su cartone pressato Anno: ND Dimensione senza cornice: 35 x 35 cm
  • Cristiana Giacchetti Tecnica: Acrilico su tela Anno: 2023 Dimensione: 20 x 20 cm Descrizione: Secondo James Hillman l’uomo cade nel peccato originale dal momento in cui non ascolta più l’ironia mercuriale e inizia per prendere sul serio il divino. Lo Spirito Santo, che parla per voce divina, è spiritoso non serioso. La stessa Caterina da Siena quando chiede a Dio “come faccio a capire che sei tu a parlarmi e non il demonio?” lui risponde “c’è in te una strana gaiezza quando ti parlo”. Quest’opera nasce dal desiderio di contemplare il divino e la sua voce che sussurra suoni intinti nell’oro e ci inebria di un divino entusiasmo per la vita.
  • Cristiana Giacchetti   Anno: 2023 Tecnica: acrilico e china su legno Dimensioni: 23 x 25 cm Descrizione: Secondo il processo alchemico, la coscienza per ritrovare sé stessa ha bisogno di bianco che è chiarezza, limpidezza. La Terra Alba che emerge dalle ceneri della Nigredo, quando il nostro ego viene mortificato dagli eventi e l’Anima necessita di ritirarsi in sé. Ella cerca la freddezza invernale della psiche, grazie alla quale gli eventi della vita appaiono trasparenti, purificati dai sentimentalismi dell’IO.
  • Marco Massarotti Tecnica: Acrilico e olio su pannello di mdf Anno: 2023 Dimensione: 60 x 80 cm  
  • L’onda anomala

    341,00 
    Antonio De Maria Tecnica: Penna ad inchiostro nero su carta Anno: 2023 Dimensione: 29,7 x 42 Dimensione con cornice: 31,7cm x 44cm Descrizione: Un'onda gigantesca e distruttiva insorge dal nulla, travolgendo ogni cosa al suo passaggio. Il sognatore, testimone impotente, si aggrappa disperatamente a una grata mentre le acque lo investono con furia. Questa onda anomala diventa una metafora delle profondità selvagge dell'inconscio, un torrente impetuoso di visioni oniriche che dissolvono la realtà per dare forma a nuovi significati. Rovine, cadaveri e detriti rappresentano la potenza trasformatrice dei sogni, esortandoci ad abbracciare l'ignoto interiore. Raffigurando questa visione, l'artista intraprende un viaggio di auto-esplorazione, lasciandosi trascinare dal potere evocativo dell'immaginazione al di là dei confini della coscienza vigile.
  • Rosaria Di Dio Tecnica: Acrilico su tela in cotone Anno: 2024 Dimensione: 90 x 80 cm Descrizione: Tra il cielo e il mare… l’immensa solitudine, riempita dal sogno di un solo essere umano… la sua fantasia, il suo spirito, la sua anima, la sua arte.
  • L’altra faccia

    4.098,00 
    Vito Garofalo Tecnica: tela , astratta, acrilico Anno: 2022 Dimensione: 80/80 Descrizione: Il Dipinto "L'altra faccia" è un ritratto di un personaggio che prende delle sembianze animalesche .
  • Japan Night

    108,00 
    Nick Fisher Tecnica: Acrilico Anno: 2017 Dimensione: 27 x 33 cm (senza cornice) Descrizione: Notte di luci tra i palazzi giapponesi.
  • Janas_Taurus

    478,00 
      Valeria Frongia   DIMENSIONE: 65x90 TECNICA: Mista (spray su tela, foglie d’argento, stucco, resina e cornice di nastro di raso) ANNO: 2024 DESCRIZIONE: Tra i miti e leggende sarde vi sono gli affascinanti racconti sulle Janas. Si dice che siano fate, streghe e creature divine depositarie di antichi saperi, spesso poste a custodia di introvabili tesori. Le Janas venivano descritte come piccole donne bellissime, dalla pelle molto delicata, infatti, operavano di sera, in quanto il sole avrebbe ustionato la loro pelle delicata, uccidendole. Ciò che le caratterizzava più di qualsiasi altra cosa era però la loro doppia natura benevola/malefica. Si narra che di notte visitassero i neonati, decretandone il futuro. Le piccole creature visitavano non solo i bambini ma anche gli adulti, esse apparivano durante la notte chiamando per tre volte la persona che avevano scelto con l’intento di portarla a vedere i loro inestimabili tesori. Se la persona si dimostrava onesta e non tentava di rubare, sarebbe stata ricompensata per sempre, altrimenti tutto quello che avrebbe toccato si sarebbe trasformato in carbone e cenere. Abitavano in piccole dimore, casette da loro stesse scavate nella roccia, le Domus de Janas che in sardo significa “case delle fate”. Nelle Domus de Janas sono presenti in maniera quasi ossessiva le protomi taurine, del tutto simili alla pianta delle Tombe dei Giganti. Forza impetuosa, possente figura, virilità e imprevedibilità: ecco il toro. Il simbolo della testa di Toro, veniva anche associato all’apparato riproduttivo femminile, nello specifico della Dea Madre, sancendo l’inizio del culto doppio Dea Madre – Dio Toro. Gli studi sul Neolitico e i vari scavi fatti sull’isola hanno portato gli archeologi a rilevare l’estrema importanza della figura del toro per l’uomo preistorico sardo. Il toro fu l’animale preminente della cultura e dell’arte neolitica dell’isola, se non addirittura l’esclusivo protagonista. In questi casi il toro, con la sua potenza innata, rappresentava una protezione, il simbolo magico di una figura a metà strada tra il divino e l’umano. Per la civiltà protosarda si trattava del signore degli animali, dell’unico mortale terrestre degno di sedere accanto alla prosperosa Dea Madre. Nel quadro sono nascosti altri simboli sardi, come su coccu, antichissimo amuleto porta fortuna che ha il potere di difendere la persona dal malocchio, dagli animali velenosi e lenire i mali. La tradizione vuole che la pietra centrale sia in grado di neutralizzare il male, difendendo il portatore del gioiello. Proprio per la forma tondeggiante della pietra e per le coppette in filigrana sarda d'argento che la sostengono, Su Coccu richiama simbolicamente l'occhio buono che si contrappone a quello cattivo. Riconosci altri simboli caratteristici della Sardegna?
  • Janas_La Fede

    342,00 
      Valeria Frongia   DIMENSIONE: 50x70 ANNO: 2024 TECNICA: Mista (stucco, spray su tela, foglie d’oro, resina e cornice di nastro di raso) DESCRIZIONE: La fedina sarda è uno tra i gioielli più diffusi e apprezzati della tradizione sarda, ma in pochi conoscono l’origine magica attribuita al caratteristico anello in filigrana che impreziosisce le mani di tante donne sarde e non. Secondo un’antica leggenda, ambientata in epoca nuragica, a fabbricare le fedi erano le JANAS, le mitiche fate o streghe sarde che abitavano nelle Domus de Janas. Erano creature minuscole e meravigliose, che uscivano dalle loro grotte soltanto la notte, per timore che il sole bruciasse la loro delicatissima pelle. Popolavano i boschi della Sardegna ed era proprio nelle loro case scavate nella pietra che, secondo la leggenda, le fatine intessevano metalli preziosi come fossero tessuti e tessuti come fossero gioielli. La leggenda vuole infatti che la stessa fede sarda abbia origine dalle richieste di giovani innamorati che supplicavano le Janas di creare un anello da donare alle proprie amate, un monile che rappresentasse i due innamorati (i due fili), l’indissolubilità del legame (l’intreccio e le saldature) e la prosperità (il grano). A questo scopo le benevole fate intessevano un filo d’oro per creare uno splendido anello che l’innamorato avrebbe dovuto far indossare sull’anulare sinistro della propria donna, secondo le antiche credenze, è proprio in questo punto che passa la vena dell’amore (vena amoris) ovvero quella che arriva al cuore, trasportando il sangue, l’ossigeno, la vita. La Sardegna vanta una grande quantità di simboli di origine antica e nel quadro è presente anche la Pavoncella sarda, il significato simbolico è da ricercarsi nella cultura agro-pastorale, e come tanti altri invoca la fertilità, le piogge e la salute dei greggi. In alcune culture il pavone è simbolo della trasformazione, in positivo, di qualsiasi situazione negativa. E’ noto anche come l’uccello dai cento occhi, quelli del suo piumaggio, che rappresentano le stelle, l’universo, il sole, la luna, e la “volta celeste”. La sua immagine inoltre ricorda l’araba fenice, uccello mitologico che risorge dalle proprie ceneri. Nell’iconografia cristiana invece è associata all’immortalità dell’anima. E’ un simbolo di buon auspicio in molte culture ed in Sardegna è di sicuro il più diffuso.
  • Janas

    478,00 
    Valeria Frongia Tecnica: Mista (stucco, spray su tela, foglie d’oro, resina e cornice di nastro di raso) Dimensione: 70 x 100 cm Descrizione: Tra i miti e leggende sarde vi sono gli affascinanti racconti sulle Janas.

    Si dice che siano fate, streghe e creature divine depositarie di antichi saperi, spesso poste a custodia di introvabili tesori.

    Le Janas venivano descritte come piccole donne bellissime, dalla pelle molto delicata, infatti, operavano di sera, in quanto il sole avrebbe ustionato la loro pelle delicata, uccidendole.

    Potevano emanare una luce così forte da poter addirittura abbagliare chi posasse su di loro il proprio sguardo. Usavano questa loro luminosità per districarsi fra i rovi, evitando di ferirsi con le spine.

    Abitavano in piccole dimore, casette da loro stesse scavate nella roccia, le Domus de Janas che in sardo significa “case delle fate”.

    Si dice siano state le prime abitanti della Sardegna e che proprio loro abbiano insegnato alle donne dei vari paesi gli antichi mestieri: la filatura, la medicina, la lavorazione del pane, l’arte e la profezia.

    Ciò che le caratterizzava più di qualsiasi altra cosa era però la loro doppia natura benevola/malefica.

    Si narra che di notte visitassero i neonati, decretandone il futuro. Se fatato nel bene, il bambino avrebbe avuto una vita gioiosa. Ma se invece fatato nel male il destino del nascituro sarebbe stato tutt’altro che roseo.

    Le piccole creature visitavano non solo i bambini ma anche gli adulti, esse apparivano durante la notte chiamando per tre volte la persona che avevano scelto con l’intento di portarla a vedere i loro inestimabili tesori. Se la persona si dimostrava onesta e non tentava di rubare, sarebbe stata ricompensata per sempre, altrimenti tutto quello che avrebbe toccato si sarebbe trasformato in carbone e cenere.

    Passavano le loro giornate a tessere con telai magici artefatti composti da preziosi fili d'oro, che occasionalmente potevano donare a chi ne aveva bisogno come amuleto di protezione o di fortuna.

    Intrecciavano sapientemente lunghissimi fili d’oro o argento, per creare gioielli unici e splendidi.

    A ben guardare infatti, ricami e gioielli in filigrana sono particolarmente accostabili: da una parte infatti i ricami appaiono come gioielli impressi nella stoffa, dall’altra la filigrana sembra un ricamo tanto leggero da librarsi fuori dal tessuto.

    Queste piccole creature ambivalenti ancora oggi popolano l’immaginazione di noi tutti. Ma non solo. Secondo le leggende, se si fa molta attenzione in alcuni posti remoti della Sardegna è ancora possibile incontrarle.

     

     
  • Cinzia Trosso Tecnica: Acrilico su tela scolpita, montata su tavoletta di legno Dimensione: 25 x 25 cm Anno: 2023  
  • Iride

    813,00 
    BMB Tecnica: Acrilico e inchiostro su tela Anno: ND Dimensione: 60 x 60 cm
  • Ipotesi

    1.639,00 
    Manuela Muzzone   Tecnica: Acrilici, matita, inchiostro su tela. Anno: 2024 Dimensione: 100cm x 100cm Descrizione: Ipotesi, è un quadro realizzato con tecnica mista ed è sia astratto sia concettuale che figurativo. L'opera rappresenta il processo artistico del pensiero, un flusso di idee in evoluzione e la parte embrionale di qualcosa che sta per nascere.
  • Introspezione

    542,00 
    Nadiir.art Tecnica: Acrilico su tela Anno: 2022 Dimensione: 50 x 50 cm
  • Introspection

    1.305,00 
    Barbara Todini Tecnica: Mista Dimensione: 50 x 75 cm

    Descrizione: Acrilico su legno e su oggetti di recupero in diversi materiali (Plastica, argilla, metallo, cartone, stoffa, gomma crepla, etc.). Finitura in acrilico spray.

  • Giovanna Mavilia Tecnica: Olio su tela Anno: 2020 Dimensione: 80 x 60 cm Descrizione: Invita il fruitore a indagare dentro se' stessi. Cercare nuovi " orizzonti" negli abissi della propria anima.
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