Dal 15 febbraio al 7 marzo 2024, presso il Con/Temporary Spaces Santa Teresa si è tenuta la mostra di Federico Masini e Aldo Dolcetti a cura di Valeria Ceregini.
L’arte è trasfigurazione della realtà e, come tale, questa doppia personale di Federico Masini e Aldo Dolcetti, si è composta di lavori sia fotografici sia su carta volgendo il suo sguardo alla riscoperta della figura umana nel suo contesto più naturale e reale.
Le ambientazioni di corpi femminili in contesti naturali di Federico Masini vanno alla riscoperta di quella naturalezza e spontaneità del corpo umano a prescindere da ogni aspetto di genere. Essi diventano corpi all’interno di freddi paesaggi a volte spettrali quasi a richiamare quella connessione viscerale con la terra. In alternativa a questi paesaggi lunari, l’artista presenta anche armoniose distese floreali dove il corpo si mimetizza diventando parte naturale di quel contesto. Trasfigurazioni umane di realtà e tradizioni che richiamano alla memoria le figurazioni della genesi e dell’apocalisse dove i corpi sono nudi e privi di ogni connotazione sessuale e identitaria per ritrovarsi distesi e spogliati di ogni loro orpello per diventare sinonimo di un’umanità che si trasfigura nel reale, quel reale dettato dalla poeticità dell’artista.
Allo stesso modo, nelle opere di Aldo Dolcetti si ritrova una natura in completa armonia con la figura umana. Una trasfigurazione e ricontestualizzazione di volti noti all’interno di cornici floreali. Le opere su carta sono una rapida ma quantomeno ponderata elaborazione fitomorfica di un tema caro all’artista legato all’identità. Quell’identità umana che ricorre nei suoi lavori inserendosi a volte prepotentemente all’interno di tali contesti floreali. La presenza umana si fa a tratti più marcata mostrando i propri lineamenti, la propria memoria perché su quei volti è segnata la storia di ciascuno. Le nature floreali nei disegni di Dolcetti possono essere interpretate anche come le radici di quei volti ai quali è associata una memoria collettiva, che si rivelano attraverso il disegno dell’artista.
L’inesorabile mutamento della natura umana e la metamorfosi della natura stessa sono parte dei cicli della vita da cui l’uomo non può essere avulso. La mimesi tra uomo e natura e la ciclicità di quest’ultima stabiliscono il continuo dialogo e connessione tra i due elementi. La continua trasformazione e trasfigurazione di figure umane in contesti naturali in entrambi gli artisti rappresenta la ciclicità della vita e della memoria.
Ognuno con il proprio linguaggio e mezzo artistico esprime questa caducità dell’uomo nel caso di Federico Masini e attaccamento alle radici nel caso di Aldo Dolcetti. Entrambi usano la figura umana per dialogare con la natura e realizzare opere che ci portano a immaginare i corpi di donna e i volti famosi in contesti del tutto immaginifici.
Testo di Valeria Ceregini