Carolina Polara nasce a Firenze nel febbraio 1986.

La città in cui è nata le ha permesso fin da bambina di approcciarsi al mondo dell’arte, circondata da opere di inestimabile valore.
Dopo essersi diplomata al Polimoda come fashion designer inizia a lavorare nell’industria della moda, ritagliandosi però spazi per dipingere in modo da esprimere pensieri ed emozioni attraverso il colore e il disegno.

Il suo stile è figurativo, spesso volto a raffigurare la bellezza femminile, sia convenzionale che non convenzionale.
Ama inoltre dipingere paesaggi ispirati dall’estetica cinematografica dove colori, contrasti e luci sono regolati in modo da evocare un mood o un’atmosfera specifica.
Tende a sperimentare nuove tecniche, privilegiando la pittura ad olio su fondo acrilico.

Artàporter ha voluto conoscere meglio l’artista ponendole alcune domande.

Cosa rappresenta l’arte per te?

L’arte rappresenta per me una forma di espressione personale e universale al tempo stesso.

È un mezzo attraverso il quale posso esplorare e comunicare le mie emozioni, pensieri e visioni del mondo. Attraverso l’arte, riesco a dare forma a ciò che a volte è difficile esprimere a parole, creando connessioni profonde con chi osserva le mie opere.

Inoltre, l’arte è una continua fonte di scoperta e crescita; mi permette di esplorare nuove tecniche, materiali e idee, arricchendo continuamente il mio percorso creativo. In sostanza, l’arte è un viaggio, una ricerca incessante di significato e bellezza.

Come e quando ti sei avvicinata all’arte? 

Mi sono avvicinata all’arte fin da bambina. Ricordo di aver sempre avuto una forte inclinazione per il disegno e la pittura, trascorrendo ore a creare piccole opere con tempere e acquerelli. Il mio interesse per l’arte si è consolidato durante l’adolescenza, quando ho iniziato a esplorare tecniche più complesse e a studiare la storia dell’arte. Ho avuto la fortuna di incontrare insegnanti e mentori che hanno riconosciuto e incoraggiato il mio talento, guidandomi verso una formazione più strutturata. Da quel momento, l’arte è diventata una parte fondamentale della mia vita, portandomi a sperimentare diversi stili e forme espressive.

Qual è la tua maggiore fonte di ispirazione?

La mia maggiore fonte di ispirazione è la natura. Trovo una grande bellezza e complessità nelle forme, nei colori e nei ritmi naturali. Ogni paesaggio, fiore o animale racconta una storia unica e offre infinite possibilità di interpretazione. Inoltre, sono molto ispirato dalle emozioni umane e dalle interazioni sociali; osservare le persone, i loro gesti e le loro espressioni mi offre uno spunto continuo per creare opere che riflettono l’umanità in tutte le sue sfaccettature. Infine, la storia dell’arte e i grandi maestri del passato rappresentano una fonte inesauribile di ispirazione e apprendimento per me.

I riferimenti artistici e culturali che ti hanno maggiormente influenzato nel corso del tempo?

I riferimenti artistici e culturali che mi hanno maggiormente influenzata nel corso del tempo sono profondamente radicati nella mia città natale, Firenze. Crescere immersa nel patrimonio artistico del Rinascimento ha avuto un impatto significativo sulla mia formazione artistica. Oltre ai grandi maestri rinascimentali, sono stato influenzata dagli impressionisti, in particolare Claude Monet, per il loro innovativo uso della luce e del colore.
Un altro artista che ha lasciato un’impronta duratura sul mio lavoro è Giorgio de Chirico, con la sua atmosfera metafisica e onirica che riesce a evocare emozioni profonde e complesse.
Più recentemente, abitando a Viareggio, ho trovato una grande fonte di ispirazione nel mare e nel suo incessante movimento, che cerco di catturare nella mia arte per trasmettere un senso di infinito e di libertà.
Infine, lo stile cinematografico ha influenzato il mio modo di concepire la composizione e la narrazione visiva, permettendomi di esplorare nuove prospettive e tecniche espressive che arricchiscono ulteriormente il mio percorso artistico.

Chi decide oggi che cos’è arte? C’è una differenza rispetto al passato?

Oggi, la decisione su cosa sia considerato arte è più complessa e sfaccettata rispetto al passato. In passato, il concetto di arte era spesso determinato da accademie, mecenati e critici con un’influenza significativa sulla produzione artistica e sui canoni estetici. Oggi, invece, la definizione di arte è molto più democratica e inclusiva, influenzata da una varietà di fattori.
I critici e le istituzioni continuano a giocare un ruolo importante, ma sono affiancati da curatori, galleristi, collezionisti, e soprattutto dal pubblico. Le piattaforme digitali e i social media hanno reso possibile una maggiore partecipazione e visibilità per gli artisti emergenti, permettendo a chiunque di esprimere opinioni e di influenzare le tendenze artistiche.
Questa democratizzazione ha ampliato i confini di ciò che è considerato arte, includendo una vasta gamma di espressioni creative e sperimentali che prima avrebbero potuto essere escluse. La pluralità di voci e prospettive rende il panorama artistico contemporaneo molto dinamico e in continua evoluzione.

Il tuo rapporto con i colori? E col bianco e nero?

I colori giocano un ruolo fondamentale nelle mie opere più recenti.
Sono profondamente influenzata dallo stile cinematografico, in particolare dalle opere del regista Wes Anderson, noto per la sua tavolozza cromatica distintiva e l’uso meticoloso dei colori per creare atmosfere uniche. I colori nelle mie opere vogliono rappresentare il mondo come vorrei vederlo, un luogo vibrante e armonioso.
Utilizzo spesso tinte pastello e colori fluo, bilanciandoli con tonalità neutre per creare un equilibrio visivo che cattura l’attenzione senza sopraffare. Questo approccio cromatico mi permette di esplorare le emozioni e le sensazioni in modo profondo, comunicando stati d’animo e narrazioni complesse attraverso il colore.
Allo stesso tempo, ho un forte rapporto con il bianco e nero. Questi due estremi cromatici mi permettono di concentrarmi sulle forme, le ombre e le luci, creando contrasti drammatici e un senso di profondità che spesso risulta più difficile ottenere con una tavolozza colorata. Il bianco e nero mi offre una purezza espressiva, una sorta di linguaggio universale che parla direttamente all’osservatore senza distrazioni.

Un tuo sogno nel cassetto?

Un mio sogno nel cassetto è che il pubblico, guardando una mia opera, possa immediatamente riconoscerne la firma e sentire un legame emotivo. Vorrei che le mie opere evocassero belle sensazioni, suscitando riflessioni e ricordi piacevoli. Immagino una scena in cui le persone, trovandosi di fronte a un mio dipinto, possano provare un senso di meraviglia e serenità, riconoscendo nel mio stile un tocco familiare e rassicurante. Questo tipo di connessione e riconoscimento sarebbe per me una conferma del mio percorso artistico e un modo per lasciare un segno positivo e duraturo nelle vite di chi osserva le mie creazioni.

Le opere dell’artista Carolina Polara sono acquistabili online sul sito di Artàporter: scoprile tutte qui!