Bruno Casetta è un artista torinese.
Avvicinatosi alla pratica della pittura da autodidatta, nel 1979 frequenta corsi per giovani pittori presso il museo del Jeu de Paume a Parigi. Qui inizia studiando e copiando prima gli impressionisti e poi la pittura espressionista e fauve.
Ammirando Robert Delaunay, elabora una pittura vorticista the caratterizza tutte le sue prime opere. Continua in seguito una ricerca incentrata sul movimento e sul linguaggio del colore, pervenendo cosi a una pittura figurativa molto personale, caratterizzata da vortici di lunghe pennellate materiche.
Molto influenti sulla sua maturazione artistica sono stati gli artisti Salvo, Nespolo, Benedicenti e Carcione.
Artàporter ha voluto conoscere meglio l’artista ponendogli alcune domande.
Cosa rappresenta l’arte per te?
Molto; l’arte mi ha permesso di provare e liberare forti emozioni e viaggiare stando fermo, di fermare il tempo quando sono in studio, di frequentare persone eccezionali e di costruirmi un linguaggio tutto mio.
Come e quando ti sei avvicinata all’arte?
Mi avvicino alla pratica della pittura da autodidatta a 15 anni, nel 1979 frequento corsi per giovani pittori presso il museo del Jeu de Paume a Parigi. Qui inizio studiando e copiando prima gli impressionisti e poi la pittura Espressionista ed infine quella Fauve.Inizialmente un grosso impulso me lo ha dato Robert Delaunay, studiando i suoi lavori elaboro una pittura vorticista che caratterizza tutte le mie prime opere, vortici che ogni tanto ritornano. Continuo il mio studio in seguito, affiancato da Ugo Nespolo, realizzando una ricerca incentrata sul movimento e sul linguaggio del colore, pervenendo così a una pittura figurativa che ritengo molto personale, caratterizzata da vortici e da lunghe pennellate materiche. Molto influenti sulla mia maturazione artistica sono stati gli artisti Salvo per il colore, Nespolo per il movimento e la cultura moderna, Benedicenti per la tecnica e Carcione per la filosofia.
Qual è la tua maggiore fonte di ispirazione?
Il paesaggio che per me diventa un supporto: un meccanismo in cui le linee poetiche possono tracciare il proprio itinerario segnico, suggerendo sempre delle stimolanti occasioni di approfondimento.
I riferimenti artistici e culturali che ti hanno maggiormente influenzato nel corso del tempo?
Dipingo la Luce, il movimento e l’energia usando il colore. Il soggetto è ininfluente, dipingo qualsiasi situazione che mi suggerisca almeno due di questi elementi. A volte la luce è solare,a volte è il gioco delle lampade di notte. L’importante è non essere banale e riuscire a dare una visione diversa, la mia,concentrata più sulle emozioni che i soggetti provocano a chi li guarda che sulla loro descrizione. Un compromesso tra figurativo e astratto.
Colore: la tendenza dominante del colore deve servire il meglio possibile l’espressione che provo. I colori son usati senza preconcetti, a volte anche casualmente di pancia senza che ne abbia piena coscienza. Il quadro viene dipinto tutto e poi finita la bozza se un colore mi ha sedotto o colpito allora modifico e trasformo tutti gli altri. Io cerco di stendere dei colori che rendano una sensazione: Caldo giallo, vento azzurro, vita ed energia rosso,ricordo blu. Non dipingo mai le tele bianche parto sempre dal giallo e dal blu, poi aggiungo il verde, il rosso il viola e man mano che aggiungo delle pennellate, ciascuna di quelle che ho steso prima perde la sua importanza e l’opera cambia di continuo.
Chi decide oggi che cos’è arte? C’è una differenza rispetto al passato?
Risponderei con le parole di Gustave Courbet: “Questa semplice traslazione dell’oggetto realizzato all’idea del soggetto che l’ha proposta è la vera rivoluzione prima dell’arte moderna e poi dell’arte contemporanea”. Oggi l’arte è diventata soprattutto sperimentazione, attraverso nuove forme visive, nuovi materiali e un approccio diverso nei confronti della natura. “Non conta più il manufatto, sia esso quadro o una statua, ma l’idea che l’opera si porta con sé” Guido Talarico. Oggi rispetto al passato cambia il ruolo dell’arte, e il significato di bello. Si vuole l’artista dotato di una sensibilità superiore che con il suo lavoro è in grado di emozionare e far vedere le cose prima o in modo diverso. Quello che cerco senza stravolgere le cose.
Il tuo rapporto con i colori? E col bianco e nero?
Non dipingo mai le tele bianche, non uso il bianco e il nero. Parto sempre dal giallo e dal blu, poi aggiungo il verde, il rosso il viola e man mano che aggiungo delle pennellate, ciascuna di quelle che ho steso prima perde la sua importanza e l’opera cambia di continuo. Il quadro viene dipinto tutto e poi finita la bozza se un colore mi ha sedotto o colpito allora modifico e trasformo tutti gli altri. Io cerco di stendere dei colori che rendano una sensazione: Caldo giallo, vento azzurro, vita ed energia rosso, ricordo blu. Negli anni mi sono accorto che tutti i miei quadri alla fine sono pura “scrittura” un vocabolario di colori e tratti che descrivono il mio modo personale con cui guardo le cose. Non uso il nero e non parto dal bianco. Parto dal giallo per le zone calde e di luce e blu quelle fredde e in ombra.o Il colore diventa è un elemento creativo autonomo che interpreta il mio stato d’animo del momento, e nasce dalla pancia più che dalla testa
Un tuo sogno nel cassetto?
Lavorare senza pensare al marketing, alla comunicazione e alla globalizzazione, tutte cose che oggi più che mai fanno parte del nostro mondo e dei nostri clienti.
Come hai conosciuto Artàporter?
Su Instagram, per caso, anche se il caso non esiste.E sono molto felice di questo incontro perché per esempio Artàporter sostiene un messaggio molto intelligente, portare il bello fuori dai centri istituzionalmente deputati all’arte, come i musei e le gallerie.Ma chi lo dice? Il mercato per l’appunto e i guri che censurano il nuovo solo per mantenere un controllo.Invece il messaggio di Artàporter alimenta proprio quel nutrimento di cui parlavo prima, si fa in modo che anche una persona, normalmente non interessata all’arte, possa confrontarsi, ad esempio in un locale, con la magia dell’arte e magari comprare un’opera di un artista emergente non perchéè famoso ma perché l’opera risuona nel suo profondo.
Le opere di Bruno Casetta sono acquistabili online sul sito di Artàporter: scoprile tutte qui!