Appassionata di moda, design tessile e illustrazione, formata poi in arti applicate, Lili Valli è un’artista  e illustratrice francese di Tolosa che da sei anni vive e lavora a Milano, città di cui ama profondamente la cultura.

Tra pittura, ceramica e collage, realizza ritratti di scimmie in uno stile figurativo e illustrativo.

Si interroga sull’idea di identità, individualità e appartenenza. Utilizzando delle gamme di colore vivaci e sensibili trasmette un messaggio molto positivo.

Il soggetto rimane lo stesso: ritratti di scimmie visti dal davanti fino alle spalle. Lo sguardo è fisso verso lo spettatore: si guardano quasi come a creare un dialogo.

Questi ritratti parlano di identità, individualità, maschera e appartenenza.

​A ciascuna delle scimmie che realizza, Lili da un nome proprio, donando loro una personalità.

L’idea che scoprendole lo spettatore le faccia proprie, si senta familiare o estraneo, inventi per loro un’identità, un’umanità è ciò che affascina l’artista.

Artàporter ha voluto conoscere meglio Lili Valli ponendole alcune domande.

Come e quando ti sei avvicinata all’arte?

Sono sempre stata attirata dall’arte e dalla creazione in generale. Da piccola passavo il mio tempo a disegnare, tutti i miei quaderni di scuola avevano dei disegni nei margini.
Fin da subito sono stata incoraggiata dai miei, ho avuto la possibilità di prendere lezioni di disegno, scultura, acquerello o pittura a olio in vari laboratori di Tolosa mia città natale.
Con artisti come Jeanne Lacombe, Mireille Racine o Claudine Berta Maillol.

Cosa ti ispira?

Ho lavorato nella moda durante 15 anni, come fashion designer e grafica tessile, specializzata nell’abbigliamento per bambini. Allora le mie prime fonti di ispirazione sono stati i fashion designer come Christian Lacroix e i brand come Dolce & Gabbana o Marni.
Tra gli artisti sono molto ispirata da Matisse o Kees Van Dongen, dal movimento dei fauves perché i colori erano al centro del loro lavoro artistico.
Trovo anche l’ispirazione durante i viaggi, le visite dei musei o anche gli oggetti del quotidiano. Un giorno mio marito è tornato a casa con una cassa di arance siciliane alcune avvolte in una carta leggera stampata in colori accesi e contrastanti.
Per me è stato l’inizio di una serie di ritratti realizzati con la tecnica del collage.

Che rapporto hai con il Tempo?

Ho allestito un atelier a casa mia. È una specie di rifugio, uno spazio in cui mi sento me stessa.

Posso passare ore a dipingere, disegnare, realizzare collage senza sentire il passare del tempo.

Lavoro spesso di notte, quando tutto è tranquillo. Quando la mia casa si ferma, mi metto in movimento ascoltando podcast, musica o conferenze.
Allora entro nell’una sorta di trans, sono in uno spazio in cui dimentico il mio corpo e ciò che mi circonda, mi carico di energia creativa. E quando finisco un compito di pittura o disegno, ne esco piena di eccitazione, gioia ed entusiasmo.

Mi sento viva.

Cos’è un artista adesso?

Abbiamo spesso nell’immaginario collettivo l’idea che un artista sia un personaggio tormentato, pieno di contraddizioni, che si serve dell’arte per potersi per salvare dalla follia…
Ma io non mi sono mai riconosciuta in questa descrizione perché l’arte e la pratica artistica mi rendono profondamente felice.

Secondo me l’artista è una persona libera che ha deciso di seguire un desiderio profondo, di fare cosa lo rende vivo e di condividerlo con le sue opere.
Spero che le mie opere possano portare gioia, forza, ispirazione ma soprattutto emozioni…

Vorrei che la gente sentisse la stessa energia che provo quando le realizzo, poter trasmettere questo entusiasmo, questa gioia.

Quando un’opera è davvero finita?

Non è una domanda scontata per me.
A volte penso di aver finito un ritratto, gli do persino un nome.
Poi lo scannerizzo e lo rielaboro al computer in modo completamente diverso, dandogli una nuova vita digitale.
Mi viene da pensare che un’opera sia davvero finita quando ha trovato il suo posto nel mondo, fuori dal mio atelier dove è stata creata, quando è stata adottata da qualcuno che l’ha trovata di suo gusto.

Nel maggio 2023 l’’artista ha partecipato alla call for artistManifestival” – organizzato da Artàporter per Manifesto Studio di Torino – e ha vinto il contest.
Il premio in palio era un servizio fotografico per valorizzare il suo personal branding e Lili ha così potuto sperimentare come la propria immagine può avere un taglio molto più professionale.