Celebre in tutto il mondo, insignito dei premi più ambiti, Banksy è uno street artist di Bristol di cui non si conosce la vera identità. Ma poco importa, perché le sue opere le conosciamo e ammiriamo davvero tutti.

In un’intervista del 2003 per il The Guardian, Simon Hattenstone, che ha incontrato l’artista in un pub ha descritto Banksy come “un ragazzo bianco, di 28 anni, jeans, maglietta, dente d’argento, catena d’argento e orecchino d’argento.” 

Un tipo come tanti. O anche no.

Banksy – la carriera

Controversa, satirica, sovversiva, l’arte di Banksy combina perfettamente un certo black humor a momenti di sensibilità altissima che fanno commuovere.

Traendo ispirazione da 3D, Robert Del Naja, membro fondatore del gruppo trip-hop Massive Attack e writer, Banksy muove i suoi primi passi da artista a Bristol nei primi anni ’90.

I suoi graffiti, all’epoca interamente a mano libera, hanno presto cominciato ad attirare l’attenzione.

I graffiti che lo hanno fatto sentire meglio con sé stesso, gli hanno anche dato voce.

Dopo aver realizzato quanto tempo ci voleva per completare un’opera con le bombolette, rischiando pure di essere beccato dalla polizia, nel 2000 decide di passare agli stencil. Utilizzando questa tecnica, è diventato presto più ampiamente noto per la sua arte a Bristol e Londra.

Il primo grande murale conosciuto di Banksy è stato The Mild Mild West dipinto nel 1997 per coprire la pubblicità di un ex ufficio di avvocati a Stokes Croft a Bristol. Raffigura un orsacchiotto che lancia una molotov contro tre poliziotti antisommossa.

Il messaggio è solitamente contro la guerra, prende di mira il capitalismo. I soggetti sono ricorsivi, spesso infatti nei suoi graffiti si trovano topi, scimmie, poliziotti, soldati, bambini e anziani.

Il 19 luglio 2002 segna un momento importante per la carriera di Banksy, infatti a Los Angeles si tiene la sua prima mostra alla 331⁄3 Gallery. La mostra è intitolata Existencilism – an Exhibition of Art, Lies and Deviousness. Alcuni dei dipinti esposti includevano Smiley Copper H, Leopard and Barcode, Bomb Hugger e Love is in the Air.

Si susseguono negli anni altre esposizioni come quella nel 2003 intitolata Turf War, in cui Banksy dipinse su degli animali. Nel 2005 invece espone dei dipinti a olio, delle rivisitazioni di quadri di Hopper e di Monet ma con un twist inconfondibile, ne Lo stagno delle ninfee di Monet si trovano rifiuti e carrelli della spesa galleggiano sulla sua superficie.

Essendone uno degli esponenti più importanti non posso non raccontarti di alcuni attacchi di guerrilla art di Banksy. Come quella volta nel 2004 in cui fece lanciare durante il carnevale a Notting Hill delle banconote da 10 sterline con il volto di Lady D al posto di quello della Regina rischiando grosso, dato che falsificare banconote è un reato penale!

L’arte è attivismo

La produzione di Banksy è immensa, eclettica, spudorata. Passa dai graffiti alla pittura ad olio, alla guerrilla art, alla creazione di animatronics e nel settembre del 2015 crea un parco tematico che fa il verso a Disneyland chiamato Dismaland. Dirige un film e nel gennaio 2011 viene candidato all’Oscar per il miglior documentario.

I suoi pezzi messi all’asta stabiliscono sempre nuovi record mentre lui, continua a rimanere sempre nel più completo anonimato. E questo continua a donargli una libertà d’espressione unica nel suo genere.

Va dove i muri sono spogli donandogli una storia, un ricordo, un pensiero come quando nel 2008 è volato a New Orleans, in Louisiana in occasione del terzo anniversario dell’uragano Katrina e ha dipinto su edifici abbandonati dopo il disastro.

Nel 2015 pubblica un video del suo viaggio su la Striscia di Gaza. Dipinge gattini sulle case distrutte dagli attacchi aerei “perché la gente su internet guarda solo i gattini” e un’altaleno su una torretta di controllo. Dichiara attraverso il suo addetto stampa, “Non voglio schierarmi. Ma quando vedi interi quartieri periferici ridotti in macerie senza speranza di futuro, quello che stai davvero guardando è un vasto centro di reclutamento all’aperto per terroristi. E probabilmente dovremmo occuparci di questo per il nostro bene.”

Nel 2017, in occasione del 100° anniversario del controllo britannico della Palestina, Banksy ha finanziato la creazione del Walled Off Hotel a Betlemme. Questo hotel è aperto al pubblico e contiene stanze progettate da Banksy, Sami Musa e Dominique Petrin, ciascuna delle camere da letto si affaccia sul muro di Betlemme.

A questo punto avrai capito che Banksy non è solo uno street artist ma anche attivista politico e anche qualcosa in più.

The world of Banksy a Torino

Le mostre autorizzate e organizzate da Banksy sono pochissime ed è per questo che The World Of Banksy – The Immersive Experience è una mostra al 100% non autorizzata e organizzata senza il suo coinvolgimento e si sta tenendo in giro per le stazioni ferroviarie italiane.

Questa mostra ha lo scopo di far scoprire ai visitatori opere d’arte di Banksy che non esistono più poiché distrutte, vendute o rubate.

Le riproduzione dei murales più famosi di Banksy come Girl with Balloon, Flower Thrower, Mobile Lovers, portano il visitatore in giro per il mondo: dal Regno Unito alla Francia fino all’America, l’Australia; Mali e Betlemme.

The World of Banksy sarà visitabile a Torino presso la stazione Porta Nuova al 25 Febbraio al 29 Maggio 2022, alla stazione di Milano Centrale dal 3 dicembre 2021 al 15 maggio 2022 e a Verona Porta Nuova dal 15 aprile al 31 luglio 2022!

 

Valentina Daze Di Martino